LA STORIA

CAI MILANO

Una storia lunga 150 anni

1873-1999
GLI ESORDI
Il CAI Milano nasce il 16 novembre 1873, dieci anni dopo la fondazione del Club Alpino a Torino. Tra i promotori Ci sono Luigi Gabba, Giorgio Baseggio, Emilio Bignami-Sormani, tutti e tre appassionati naturalisti. Il primo Presidente è l’abate Antonio Stoppani. Nel 1881, l’anno dell’Esposizione nazionale di Milano, la sezione, con 249 soci e costruisce il suo primo rifugio, in Grigna, la capanna di Moncodine (poi travolta da una valanga). Dal 1886 la sede si trasferisce in Galleria, poi si sposta nel 1891 in via Dante 15. Nel 1893 hanno inizio invece le prime gite giovanili.
1873-1999
1900-1920
La prima metà del XX secolo
Sono molti i milanesi illustri iscritti a cavallo del secolo: i soci, pur di origini nobili e borghesi, erano uomini che oggi definiremmo “illuminati”, Dobbiamo citare almeno Giovanni Battista Pirelli, Ulrico Hoepli, Luigi Brioschi, Alberto Vonwiller e il Sen. Gaetano Negri. Nel 1909-10 si compiono le prime gite scolastiche in montagna e il CAI Milano approda nella sua sede definitiva, in via Silvio Pellico, affacciata sull’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele. Il 1911 è l'anno del primo esperimento di alpinismo di massa in Europa, l’Escursione nazionale alla Cima di Castello e al ghiacciaio dell’Albigna. Negli anni successivi tocca a Cervino, Rosa, Cadore e Cevedale. Nel 1911 esce a cura del CAI Milano la prima Guida delle Alpi Retiche Occidentali. Nel 1915 scoppia la prima guerra mondiale e al termine del conflitto molti sono i soci caduti, come ricorda la lapide del salone sezionale.
1900-1920
1922-1945
Il primo dopoguerra e il fascismo
Con l’avvento della dittatura cambiano molte cose: la Sede centrale è trasferita a Roma, cambiano il Presidente generale e il Presidente di Milano. Nel 1932 nella “Giornata del CAI” alla Grignetta, ai Piani Resinelli, è convocata la grande adunata di ben trenta sezioni lombarde, guidate dal CAI Milano. Con il tragico avvento delle “leggi razziali”, il CAI MIlano è costretto ad espellere numerosi soci: una vergogna con cui facciamo i conti ancora oggi, Durante la Seconda Guerra Mondiale, molti rifugi sono distrutti in operazioni di polizia dalle truppe nazi-fasciste contro la resistenza partigiana.
1922-1945
1946- 1963
La rinascita del dopoguerra
Il dopoguerra ci vede impegnati nella rinascita di tutte le attività e in primo luogo nella ricostruzione dei rifugi distrutti: viene lanciato nel 1946 fra i soci un prestito obbligazionario di 4 milioni di lire. Riprendono man mano le attività delle scuole e le gite, si organizzano mostre fotografiche e serate cinematografiche. Gli anni Cinquanta segnano la ricostruzione di tutti i rifugi sezionali e il ritorno del Bollettino del CAI Milano. Nel mondo alpinistico internazionale si apre l’epoca delle nuove conquiste extraeuropee. Dopo la conquista britannica dell’Everest si pongono le basi per la spedizione del 1954 al K2 di Ardito Desio di cui fa parte anche il milanese Pino Gallotti. Negli anni successivi fioriscono le spedizioni extraeuropee, continuano le serate, i pranzi sociali e si inaugura la rinnovata biblioteca.
1946- 1963
1964-1999
Dagli anni Sessanta all’era di internet
Nel 1964 l’amministrazione provinciale di Milano assegna alla sezione la medaglia d’oro per i 90 anni di attività a favore dei cittadini milanesi per la montagna. Nel 1973 il CAI Milano festeggia i 100 anni con il coro della SAT e con una spedizione in Perù, alla Cordillera Blanca. Dal 1974-75 la sezione accoglie una nuova attività, lo sci di fondo escursionistico, praticato con passione dal Gruppo fondisti e insegnato da una nuova scuola: Camillo Zanchi ne è il promotore. Con il nuovo Millennio, il CAI Milano approda sul web e onora i suoi padri, dedicando il salone a Emilio Romanini e la biblioteca a Luigi Gabba.
1964-1999
2000-2010
Il nuovo millennio
Dal 2001 si rafforzano le iniziative culturali, con la nascita del Coro CAI Milano e la prima rivista digitale a colori “CaiMilanoNews”. Crescono i contatti con le Sezioni di Monaco di Baviera e di Vienna e nasce la realtà dell’Ortlerkreis, a sottolineare la visione internazionale della Sezione di Milano. L’attività culturale fiorisce anche grazie alle mostre d’arte e fotografiche, con i cicli annuali di “Parlando di montagna” con ospiti, giornalisti, scrittori e alpinisti che presentano tematiche, saggi, guide, quasi sempre con il patrocinio dell’ala lombarda del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna.
2000-2010
2010-2020
Un decennio complicato
Seguono anni davvero difficili, perché la crisi economica mondiale colpisce tutti e per la Sezione la gestione economica dei rifugi diventa un problema. Dopo attente valutazione e a malincuore, si cedono alcuni rifugi per poter gestire al meglio il resto del patrimonio. Altri storici rifugi gestiti dal CAI Milano in Alto Adige vengono assegnati dal Governo alla Provincia autonoma di Bolzano. Nel 2012, infine, dopo un secolo viene abbandonata la storica sede in Galleria. Il 2012 è l’anno del trasloco, reso più impegnativo dalle dimensioni dell’archivio storico e dalle migliaia di volumi, raccolte iconografiche, riviste e audiovisivi della Biblioteca della Montagna Luigi Gabba.
2010-2020
2023 - ...
Il presente e il futuro
La nuova sede, più ampia e spaziosa, nasce in una palazzina di via Duccio di Boninsegna e offre l’occasione per molte iniziative intese a riaffermare i nostri valori. Spazio a nuove attività e a corsi che promuovono una conoscenza attiva e consapevole degli ambienti montani. Crescono nuove iniziative in vari campi: dalla fotografia alla cinematografia, a eventi presso i rifugi. Crescono anche le attività escursionistiche, alpinistiche e gli sport della neve. Il CAI di Milano si conferma punto di riferimento per chi cerca occasioni per divertirsi, apprendere, sviluppare un genuino contatto con la natura.
2023 - ...
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