Alpinismo Arrampicata

Una storia lunga 80 anni

La storia della Scuola Nazionale d’Alta Montagna del CAI più vecchia di Italia è un viaggio e come ogni viaggio parte da una stazione, la SUCAI: Stazione Universitaria del CAI a Milano.

La SUCAI, fondata nel 1906, era la sezione universitaria milanese del CAI; ne faceva parte il giovane arrampicatore Agostino Parravicini che poco più che vent’enne perse disgraziatamente la vita nel 1935 sullo spigolo sud della Cima di Zocca cercando di compierne la prima ascensione.

In sua memoria l’anno successivo (1936) in seno alla SUCAI nacque la prima Scuola Nazionale d’Alta Montagna del CAI per opera di alcuni suoi membri tra cui Pompeo Marimonti e Carletto Negri, rispettivamente il primo ed il secondo direttore della Scuola.

(la prima ascensione dello spigolo sud della Cima di Zocca venne realizzata da Cazzaniga, Dell’Oro e Tizzoni nel 1937 che ne dedicarono il nome ad Agostino)

La Scuola Parravicini fin da subito si affermò fortemente in ambito regionale e nazionale per via della grande attività formativa svolta con i propri corsi e l’attività personale di alto livello dei propri istruttori e dei propri allievi… basti pensare che nell’ambito del corso invernale del 1941 venne realizzata la prima ascensione invernale della Parete Nord della Punta Cadini; la realizzazione, di grande levatura per l’anno di apertura, arrivò ad avere una risonanza anche su quotidiani di tiratura nazionale.

 

Nel dopoguerra e fino agli anni 60, oltre a mantenere un alto livello nell’attività personale dei propri istruttori (sarebbe ingiusto non ricordare la prima ascensione invernale della Osio Canali al Pizzo Torrone Orientale), la Parravicini organizza sempre più corsi su roccia e ghiaccio tra cui anche molti “intensivi” con permanenza stanziale in un determinato posto (Rif.Ventina, rif. Tartaglione, val Veny). Questi anni della Scuola furono caratterizzati dalla presenza al suo interno di Romano Merendi (anni ’50) e di cinque grandi accademici che contribuirono fortemente al suo sviluppo: Guido della Torre, Giambattista Cesana, Pino Gallotti, Piero Contini e Franco Piccinini.

L’attività della Parravicini e dei propri istruttori non si limitò all’ambito nazionale, ma fin dagli anni ‘60 si sviluppo anche all’estero con la prima grande spedizione della Scuola in Groenlandia del 1964 in cui vennero aperte numerose vie nuove dando anche nuove denominazioni topografiche a montagne inviolate.

 

Nel 1969 con la chiusura della SUCAI la Parravicini rimase orfana e venne adottata dalla Sezione CAI Milano all’interno della quale svolge tuttora la propria attività. I successivi anni ’70 videro un grande impegno nell’attività della scuola da parte di un altro grande accademico, Tino Albani, che insieme a Renato Moro, Angelo Villa e Giampietro Rodari resero la Parravicini sempre più visibile ed importante nel panorama alpinistico milanese ma anche regionale e nazionale.

Risale sempre agli anni ’70 e ai successivi anni ’80 risalgono altre due importanti spedizioni della Parravicini: il Monte Api nel 1978 ed il monte Satopanth nel 1986 (in occasione del 50° anniversario della Scuola).

 

A partire dagli anni 80 già si entra nell’epoca moderna: la scuola venne guidata principalmente da Marco Polo, Rolando Canuti ed Ernestino Fabbri e successivamente da Daniele Banalotti, Andrea e Gabriele Affaticati; grazie a loro si deve l’introduzione all’interno della Scuola dell’arrampicata libera e l’organizzazione dei primi corsi. A partire dagli anni ’80 l’arrampicata libera si affermò con sempre più forza nel mondo alpinistico ed arrampicatorio e la Parravicini seppe cogliere pienamente questo ampliamento di prospettiva (pur mantenendo anche il proprio carattere alpinistico) e si affermò negli anni con i suoi 26 corsi di Arrampicata Libera e con l’alto livello delle prestazioni dei propri istruttori come una delle Scuole con la tradizione di Arrampicata Libera più forte del CAI.

 

Il viaggio iniziato 80 anni or sono dalla Stazione della SUCAI ha attraversato tante stazioni e ha visto susseguirsi numerosi passeggeri, ma sicuramente non è ancora finito: ci saranno altre stazioni e altri passeggeri ma la passione per la montagna, l’alpinismo e l’arrampicata c’è sempre stato, c’è e continuerà ad esserci !